Scopri una sintesi delle domande più comuni sulla reincarnazione e le loro risposte, provenienti da fonti come le scuole orientali, lo spiritismo e le ricerche di Ian Stevenson, il più noto studioso dell’argomento
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A cosa serve la reincarnazione?
Il concetto di reincarnazione ristabilisce su un piano di equità tutte le ingiustizie osservate nel mondo – per esempio, nascere ricco o misero, con difetti fisici, morire ancora bambino o dopo i 100 anni. Le reincarnazioni sarebbero necessarie perché, dopo varie giornate terrestri, l’anima acquisisca l’equilibrio intellettuale e spirituale richiesto in una nuova fase dell’esistenza.
Se abbiamo avuto vite passate, perché non ci ricordiamo di loro?
Secondo le scritture vediche, il trauma della nascita ci fa dimenticare tutto delle nostre vite precedenti. Molti sostenitori dell’idea della reincarnazione osservano che ricordare le informazioni sulle vite passate potrebbe essere un fattore di disturbo, facendo perdere alla persona il focus sull’esistenza presente e sulla risoluzione delle questioni che essa comporta.
Cosa portiamo, quindi, dalle nostre vite passate?
Tratti di carattere, personalità, qualità e abilità. Il caso di Mozart, compositore fin dai 4 anni, sarebbe un esempio di ciò. Per vari studiosi, tuttavia, bambini prodigio come Mozart hanno una caratteristica mentale propria che dà loro una memoria ad alta ritenzione e una straordinaria capacità di organizzare i pensieri.
Quante incarnazioni avremo in totale?
È impossibile determinarlo, poiché ogni anima segue un percorso evolutivo particolare. È la maggiore o minore rapidità nel raggiungere lo stato di equilibrio psicospirituale a determinare il numero delle reincarnazioni.
In che momento avverrebbe la reincarnazione?
Gli spiritisti sostengono che il legame tra l’anima e il corpo esista fin dal concepimento, ma non c’è assoluta certezza su questo.
Ian Stevenson ha studiato il caso di un bambino indiano, Jasbir Lal Jat, che a 3 anni era quasi morto di vaiolo. Dopo la guarigione, il suo comportamento cambiò drasticamente; diceva che abitava a 30 km di distanza, apparteneva alla casta brahmana e rifiutava il cibo che la madre preparava sul pavimento, perché non era fatto secondo i costumi della sua classe.
Anche il suo modo di esprimersi divenne più sofisticato. Disse di chiamarsi Sobha Ram nella vita precedente e di essere morto cadendo da un carro. Stevenson riuscì a confermare 38 informazioni date da Jasbir su Sobha Ram. Secondo lo studioso, poteva trattarsi di un caso di reincarnazione, sebbene l’ipotesi di possessione spirituale non dovesse essere esclusa.
Qual è il tempo che passa tra due incarnazioni?
È variabile. Secondo lo spiritismo, questo intervallo ha a che fare con il grado di risarcimento da compiere nella vita successiva – i più indebitati rimangono meno tempo nell’altro piano. Ma casi studiati da Ian Stevenson e le reincarnazioni dei Dalai Lama, ad esempio, sembrano indicare che ci sono altri fattori da considerare.
Chi raggiunge la perfezione non ritorna a reincarnarsi?
Per le scuole orientali e occidentali, la reincarnazione non è necessaria in questa fase, ma alcune anime tornano alla materia in missioni di grande importanza per la collettività (ad esempio, maestri, santi, bodhisattvas).