Paralisi facciale: perché (e quando) succede?

Paralisi facciale: perché (e quando) succede? Foto: Pexels
Paralisi facciale: perché (e quando) succede? Foto: Pexels

Ogni anno, si stima che 80 mila brasiliani convivano con il problema, che si manifesta principalmente attraverso una bocca storta e difficoltà nel muovere il viso; un esperto dell’Ospedale Paulista sottolinea l’importanza del monitoraggio medico immediato

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Immagina di svegliarti un bel giorno e, guardandoti allo specchio, trovi il tuo viso paralizzato o addirittura distorto? Una situazione terribile, senza dubbio – che sembra roba da cinema o da telenovela. Ma non è purtroppo limitata alla finzione.

Ogni anno, si stima che circa 80.000 brasiliani vivano questo dramma, nella vita reale. La raccomandazione, per chiunque si trovi in questa situazione, è di andare immediatamente all’ospedale. La maggior parte delle volte, questi casi sono reversibili. Ma è necessario una diagnosi rapida – come spiega il Dr. José Ricardo Gurgel Testa, otorinolaringoiatra dell’Ospedale Paulista e specializzato in questo tipo di assistenza.

“La paralisi facciale idiopatica, anche conosciuta come paralisi di Bell, è un’emergenza medica che deve spingere il paziente a cercare un pronto soccorso per il primo intervento il più presto possibile. La tempestività della diagnosi e del trattamento è un fattore cruciale nel risultato del miglioramento o della guarigione”, sottolinea lo specialista, spiegando che questo tipo di alterazione è direttamente associato all’infiammazione o gonfiore del nervo facciale.

“Quando viene colpito per qualche motivo, questo nervo provoca sintomi come bocca storta, difficoltà nel muovere il viso e/o mancanza di espressione in una parte del viso, cosa che può alterare in modo significativo la comunicazione e l’autostima delle persone”, enfatizza il medico.

Le cause, tuttavia, possono essere di diversa natura: stress, bassa immunità, cambiamenti bruschi di temperatura, malattie neoplastiche o anche idiopatiche – cioè, senza cause definite.

Tipi

Il Dr. Testa spiega che ci sono due tipi principali di paralisi del viso: quelle centrali – cioè, del sistema nervoso centrale, che sono dovute a ictus, malattie degenerative o tumori; e le paralisi facciali periferiche, che possono essere traumatiche, infettive, congenite, tumorali, metaboliche e anche idiopatiche – come già menzionato in precedenza.
“Ciascuna ha un tipo specifico di trattamento che deve essere diretto dal medico. Alcuni pazienti necessitano di esami diagnostici, come audiometrie e impedanciometrie, esami di immagine (tomografia computerizzata e risonanza magnetica) ed elettrofisiologici, oltre a esami di laboratorio, fino ad arrivare alla diagnosi esatta”, osserva lo specialista.

La maggior parte delle volte, tuttavia, la diagnosi di paralisi facciale viene fatta attraverso l’osservazione medica. “Il sintomo che più attira l’attenzione è la perdita improvvisa, parziale o totale dei movimenti di un lato del viso, male che può peggiorare per alcuni giorni consecutivi.”

Il medico sottolinea anche segnali come bocca storta, più evidente quando si cerca di sorridere; incapacità di chiudere completamente un occhio, di alzare un sopracciglio o di aggrottare la fronte; dolore o formicolio nella testa o nella mandibola; e aumento della sensibilità al suono in uno degli orecchi, oltre a cambiamenti nel gusto.

Trattamenti

Secondo il Dr. Testa, la maggior parte dei casi di paralisi facciale è transitoria e ci sono vari trattamenti possibili, a seconda delle cause. “Il trattamento della paralisi facciale periferica è sintomatico e include l’uso di farmaci, fisioterapia e logopedia. Non esiste un approccio terapeutico standard alla malattia. Dipende da ogni caso.”
Il miglioramento, a sua volta, può dipendere dal tipo e dall’estensione del danno subito dal nervo facciale, dalle condizioni cliniche e dall’età del paziente. Nella maggior parte dei casi, la paralisi facciale tende a regredire man mano che il gonfiore del nervo diminuisce spontaneamente.

In questo contesto, secondo il medico, la fisioterapia e la logopedia sono importanti alleate per stimolare la muscolatura mimica del viso e del linguaggio, così come per evitare contratture e atrofia delle fibre muscolari.

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