Gli scienziati temono che il misterioso ‘Virus del Fattore X’ sia sull’orlo di essere innescato e potrebbe annientare l’umanità.

Gli scienziati temono che il misterioso 'Virus del Fattore X' sia sull'orlo di essere innescato e potrebbe annientare l'umanità
Gli scienziati temono che il misterioso ‘Virus del Fattore X’ sia sull’orlo di essere innescato e potrebbe annientare l’umanità. Foto: Pexels

Gli scienziati avvertono che virus di malattie estinte come la variola e l’antrace, oltre alla diffusione accelerata di malattie già conosciute nell’odierno Artico, potrebbero essere liberati dal terreno congelato che giace da migliaia di anni.

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Gli scienziati hanno lanciato un’allerta spaventosa su un misterioso e catastrofico “Fattore X” che potrebbe essere scatenato dal permafrost della Terra.

Il permafrost, che è un terreno congelato da almeno due anni, ospita centinaia di migliaia di specie microbiche dormienti, e l’identità di questi microbi rimane un mistero.

Negli ultimi 50 anni, l’Artico si è riscaldato fino a quattro volte più velocemente rispetto al resto del mondo; questi terreni congelati sono pieni di microbi sconosciuti noti come estremofili, che possono sopravvivere alle condizioni più estreme e ora potrebbero essere liberati a causa delle alte temperature. Alcune parti della Siberia sono congelate da 650.000 anni e potrebbero rilasciare sostanze antiche nell’atmosfera.

Birgitta Evengard, professore di malattie infettive all’Università di Umeå in Svezia, ha detto a Newsweek: “C’è molto che non sappiamo, e ciò che pochissime persone hanno studiato è il permafrost”.

Un collega ha aggiunto che “nel profondo del permafrost dovrebbero esserci microbi, specialmente virus, ma anche batteri che erano sulla Terra molto prima che esistesse l’Homo sapiens”.

Gli esperti temono che possano essere liberati virus di malattie estinte come la variola e l’antrace, e anche la diffusione accelerata di malattie già conosciute nell’Artico di oggi, come la tularemia, un’infezione batterica grave, o l’encefalite trasmessa dalle zecche.

Nel 2014, un team di scienziati ha riportato in vita un virus che era stato congelato nel permafrost. Jean-Michel Claverie, che ha guidato lo studio, ha detto a Newsweek:

“Se i virus delle amebe possono sopravvivere così a lungo nel permafrost, ciò suggerisce fortemente che quelli che infettano animali/umani possono rimanere infettivi nelle stesse condizioni. Inoltre, sappiamo che il DNA [dei virus che infettano animali/umani] viene rilevato nel permafrost.”

Con informazioni da Newsweek

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